Luca Turchet
Il mondo del lavoro non è più lo stesso, c’è un nuovo equilibrio tra la domanda e l’offerta di professionisti. Dopo il fenomeno delle “grandi dimissioni”, si pone oggi un’altra sfida per le aziende: attrarre e mantenere talenti, investendo in cultura aziendale e in nuove tecnologie.
La pandemia ha cambiato le nostre vite e il nostro modo di lavorare, così da far nascere nuove esigenze e necessità, insieme ad una voglia di cambiamento prima più limitata. I lavoratori di oggi, dopo aver riflettuto molto sul proprio futuro, esprimono il desiderio di stare meglio in azienda, vogliono rinegoziare la propria posizione, vedere la propria carriera avanzare.
I dipendenti possono anche scegliere di andarsene se non viene loro offerto un compenso più alto, ma non è solo questo. Secondo diverse indagini, infatti, hanno un peso maggiore (e giocano un ruolo determinante) l’insieme dei vantaggi assicurati dall’impresa, che non necessariamente sono solamente economici.
Per esempio, un sondaggio di PwC ha rilevato che un terzo dei dipendenti rinuncerebbe a potenziali aumenti di stipendio in cambio di ferie retribuite, orari più flessibili o a servizi e benefit uniti al welfare aziendale. Il mio lavoro come consulente welfare aziendale è aiutare l’imprenditore a migliorare il benessere dei lavoratori e dell’azienda. Attuare una gestione attenta del TFM degli amministratori, creare un fondo del TFR dei lavoratori per far si che questo non pesi nel conto economico dell’azienda ed una strategia di welfare efficace, porterebbero inevitabilmente ad un clima aziendale più positivo, produttivo, un’immagine dell’azienda innovativa e un conseguente vantaggio fiscale importante.
«Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose»
Albert Einstein